Articolo di Luca Pierleoni e Michela Pieroni
Cosa sono le dipendenze senza sostanza?
“Addiction”, questo il termine inglese utilizzato per indicare tutte le “dipendenze patologiche” che, a differenza di quelle “da sostanza” – droga e alcool – si caratterizzano non per una dipendenza chimica e fisica, ma per un bisogno psicologico legato ad un comportamento o ad un oggetto, la cui necessità appare fuori controllo e pervasiva rispetto al significato che assume nella vita del soggetto coinvolto.
Tra le “nuove dipendenze” o “dipendenze senza sostanza” possiamo annoverare lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da internet (inserita ufficialmente nel DSM- 5) da smartphone, videogiochi, tv, senza tralasciare le dipendenze da sesso, lavoro, sport, relazioni affettive.
In generale, ciò che caratterizza queste nuove forme di dipendenza è la loro appartenenza ad una classe di comportamenti leciti e socialmente accettati; oggetti ed attività che rientrano, di fatto, nella normale vita quotidiana di ciascuno e possono diventare progressivamente strumenti di dipendenza patologica, in grado di compromettere in maniera importante il benessere psicofisico del soggetto, andando ad intaccare aree significative quali il lavoro, lo studio, le relazioni sociali, familiari ed affettive.

New addiction: come si manifestano?
Al di là della specificità di ogni singola forma di dipendenza, le “new addiction” devono avere un carattere di dominanza, il comportamento in questione, cioè, deve rivestire un ruolo primario nei pensieri e negli interessi del soggetto; devono alterare il tono dell’umore, ovvero alla messa in atto del comportamento, il soggetto deve sperimentare un aumento dello stato eccitatorio o una sorta di discioglimento della tensione emotiva. Devono produrre, inoltre, l’effetto della tolleranza, vale a dire che nel tempo il soggetto viene portato ad aumentare sempre di più l’attività stessa; possono condurre ai classici sintomi dell’astinenza, cioè una sorta di malessere psichico e/o fisico legato all’interruzione dell’attività devono dare luogo a conflitti intrapsichici e interpersonali legati al comportamento stesso. Si manifestano, infine, attraverso il carving, ovvero l’incapacità di controllare l’impulso della messa in atto del comportamento.
Possibili cause delle nuove dipendenze
All’origine delle “new addiction”, può essere rintracciato il bisogno primario di evitare o prevenire stati di disagio o di regolare un umore disforico (ad es. sentimenti di impotenza, irritabilità, inadeguatezza): un meccanismo che si instaura allo scopo di modificare la percezione di sé e dell’ambiente esterno, ricercando una gratificazione immediata, in un sistema in cui la sofferenza ed il disagio non possono essere regolati altrimenti.
Sono, inoltre, stati individuati alcuni fattori che sembrano facilitare l’insorgenza dei disturbi.
Fattori neurobiologici
Nelle persone che soffrono di queste new addiction, la struttura del cervello evidenzia una modificazione della quantità di materia grigia e bianca nella regione prefrontale del cervello, simile a quella di coloro che soffrono di una dipendenza da sostanza (Wee et al., 2014; Sepede et al., 2021). Quest’area cerebrale è associata al ricordo di dettagli, all’attenzione, alla pianificazione e priorità dei compiti. Le attuali conoscenze neurobiologiche portano a ipotizzare l’esistenza di un disequilibrio tra il sistema della serotonina e della dopamina, mediatori fondamentali per la regolazione dei comportamenti come la disinibizione comportamentale e il meccanismo di gratificazione. Per tale motivo, avrebbero difficoltà a sperimentare normali livelli di piacere in attività che la maggior parte delle persone troverebbe gratificanti.
Fattori individuali
Sebbene non sia stato identificato nessun disturbo di personalità specifico che in forma consistente possa essere associato a queste new addiction, diversi studi riportano diagnosi associate come disturbi d’ansia, dell’umore, del controllo degli impulsi. Possono manifestarsi più facilmente in individui con bassa autostima, difficoltà sociali, marcata sensitività interpersonale, modalità di pensiero ossessiva e comportamenti compulsivi. Le personalità più vulnerabili sono caratterizzate da tratti ossessivo-compulsivi e/o tendenti al ritiro sociale. Per loro, queste dipendenze rappresentano un comportamento di evitamento attraverso il quale evitano di affrontare le proprie problematiche esistenziali. Allo stesso modo, gli individui timidi e quelli con imbarazzo sociale potrebbero anche essere a maggior rischio di soffrire di queste forme di dipendenza (Ang et al., 2018; Spensieri et al., 2019).
Possiamo infine affermare che tali nuove forme di dipendenza, non riferibili a sostanze, sono molto insidiose poiché meno “riconoscibili” rispetto ad altre, più facilmente “negabili” e, quindi, tardivamente trattate attraverso un intervento terapeutico appropriato. Ciò che è auspicabile, quindi, è la diffusione di una sempre maggiore consapevolezza rispetto a tali fenomeni, proprio nell’ottica di agevolare un intervento tempestivo rispetto ad una patologia capace di compromettere in modo tanto significativo la vita di chi ne è affetto, i suoi rapporti interpersonali e, in generale, il tessuto sociale tutto.
Riferimenti bibliografici
Ang CS, Chan NN, Lee CS. Shyness, Loneliness Avoidance, and internet addiction: what are the relationships? J Psychol 2018;2;152(1):25-35.
Sepede G, Tavino M, Santacroce R, Fiori F, Salerno RM, Di Giannantonio M. Functional magnetic resonance imaging of Internet addiction in young adults. World J Radiol 2016;28;8(2):210-25.
Spensieri V, Cerutti R, Presaghi F, Amendola S, Crozier WR. Italian validation of the Children’s Shyness Questionnaire: Exploring associations between shyness and psychosocial functioning. PLoS One 2019;4;14(6):e0217722.
Wee CY, Zhao Z, Yap PT, Wu G, Shi F, Price T, Du Y, Xu J, Zhou Y, Shen D. Disrupted brain functional network in Internet addiction disorder: a resting-state functional magnetic resonance imaging study. PLoS One 2014;16;9(9):e107306.